Condividi:

Ieri Roasio, Lozzolo e Gattinara hanno salutato il passaggio della prima tappa della Vuelta a España, da Venaria Reale a Novara, che per pochi chilometri ha attraversato anche il Vercellese. Le strade erano animate da numerosi spettatori, concentrati soprattutto nelle rotatorie, dove la carovana ha sfrecciato a oltre 43 km/h inseguendo un fuggitivo solitario a 55 secondi di vantaggio, formando un serpentone in fila indiana.

La diretta televisiva non ha mostrato il folto pubblico radunato alla rotonda di corso Garibaldi e viale Marconi, dove il plotone ha svoltato a sinistra a 90°. In compenso, i telecronisti hanno citato il vino di Gattinara e la regia ha inquadrato il cartello d’ingresso alla città, con una bandiera spagnola ad accogliere i corridori.

L’organizzazione della Vuelta ha dovuto prestare grande attenzione a dossi, rotonde e spartitraffico, con protezioni, avvisi luminosi, bandiere e segnalazioni dei pericoli. La corsa è transitata con circa dieci minuti di ritardo, protetta dai volontari della Protezione civile disposti a ogni incrocio.

Per gli appassionati di ciclismo, la giornata è stata storica: la prima partenza dall’Italia della Vuelta ha permesso di applaudire i campioni dal vivo, con alcuni tifosi che hanno persino esibito cartelli per chiedere borracce in regalo. Molto pubblico si è radunato lungo il percorso, davanti alle abitazioni o nei punti dove il gruppo ha rallentato a causa di rotatorie e spartitraffico, anche perché la corsa era visibile in TV solo su piattaforme a pagamento.

Tanti spettatori erano anche a Roasio, alla rotonda delle Quattro Strade e a Curavecchia. Pur essendo partita dall’Italia a ranghi ridotti, senza la tradizionale carovana pubblicitaria, la Vuelta ha confermato il fascino irresistibile dei grandi nomi del ciclismo sotto casa.

Tutti gli articoli