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Nel primo trimestre del 2025 l’economia piemontese registra un leggero miglioramento, con una crescita del PIL pari allo 0,1% su base annua e dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Tuttavia, questi dati si collocano al di sotto della media italiana (+0,6% annuo e +0,3% trimestrale) e ben lontani da quella dell’Unione Europea (+1,4%), che cresce nonostante il rallentamento della Germania.
Secondo il Comitato Torino Finanza della Camera di commercio di Torino, che ha elaborato queste stime attraverso il superindice Pilnow, l’economia regionale mostra segni di stagnazione: export in calo, prezzi al consumo in crescita e credito stabile.
Particolarmente pesante l’impatto della recessione tedesca, che ha causato un crollo del 9% delle esportazioni piemontesi verso il principale partner commerciale. La propensione all’export è scesa dal 40% al 37% del PIL, passando da 64 a 60 miliardi di euro in un anno. Il comparto più penalizzato è l’automotive, penalizzato dalla domanda debole, mentre l’effetto dei dazi non è ancora visibile.
Sul fronte positivo, il turismo internazionale ha registrato un vero e proprio boom, con 1,1 milioni di presenze in più su base annua e circa 300 milioni di euro di spesa aggiuntiva. Ma questa dinamica non è sufficiente a bilanciare il calo delle esportazioni manifatturiere.
Il mercato del lavoro si mantiene relativamente stabile con un incremento dell’occupazione dell’1%, ma cresce l’utilizzo della cassa integrazione, passata da 3 a 8 milioni di ore mensili: un dato che equivale a una perdita dello 0,54% del PIL legata alla debolezza della domanda.
L’inflazione, intanto, è salita all’1,8%, trainata dai rincari nel settore turistico (+4,7%), nei servizi legati all’abitazione e alle utenze (+4,5%) e nei beni alimentari (+3,2%).
Il PIL piemontese si attesta a 135 miliardi di euro a prezzi costanti (base 2015) e a 163 miliardi a prezzi correnti, con un PIL pro capite di 38.308 euro, leggermente superiore alla media nazionale (37.227 euro).