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A Trino, a soli quattro giorni dall’attivazione del nuovo servizio di bike sharing promosso dalla Provincia, è stato registrato il primo atto di vandalismo: una delle 150 e-bike è stata lanciata in un fosso, abbandonata tra i rovi.
L’episodio ha suscitato l’immediata reazione delle autorità locali. Con amarezza e sarcasmo, l’amministrazione comunale ha commentato l’accaduto parlando di una “nuova modalità fuoristrada”:
«Una delle nostre biciclette abbandonata come nulla fosse: tecnologia, servizi e innovazione non bastano se mancano educazione, rispetto e senso civico. Nessuna regola sarà mai abbastanza efficace contro l’ignoranza».
Il servizio di bike sharing, curato dalla società Vaimoo, è attivo non solo a Trino, ma anche a Vercelli, Santhià, Crescentino, Saluggia e Caresanablot, e conta su 5 postazioni nel territorio trinese: piazza Garibaldi, piazza Dante, via Marconi, via Ortigara e piazza Comazzi.
A rendere il sistema più vulnerabile a gesti incivili è anche la natura del servizio: le biciclette non sono vincolate a colonnine o postazioni fisse, ma parcheggiate in stalli segnalati a terra, facilitando purtroppo anche eventuali abusi.
Tuttavia, le e-bike non sono anonime: Vaimoo ha chiarito che è possibile risalire all’ultimo utilizzatore tramite l’App necessaria per usufruire del servizio, che richiede la registrazione e l’accettazione di termini d’uso vincolanti.
L’auspicio del presidente della Provincia Davide Gilardino e del vicesindaco di Vercelli Domenico Sabatino, che nei giorni scorsi avevano lanciato un appello al senso civico dei cittadini, si scontra dunque con la realtà dei fatti.
Il messaggio resta chiaro: senza responsabilità individuale, nessuna innovazione può funzionare davvero.
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