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Un gesto che ha lasciato sgomento e rabbia nel mondo dell’alpinismo valsesiano: la Madonnina del Monte Tagliaferro, posta a quota 2.964 metri, è sparita. A denunciarne la scomparsa sono stati alcuni alpinisti che, dopo aver affrontato la salita lungo la parete nord, non hanno più trovato la statua sacra sulla cima. Al suo posto, soltanto la bandiera e il quaderno di vetta. A rendere ancora più grave l’accaduto, il danneggiamento della lapide in sasso che accompagnava la statua.
Quasi certamente si tratta di un atto vandalico, un gesto che ha colpito nel profondo l’intera comunità montana e non solo. La statua della Madonna Immacolata – una riproduzione di quella che si trova in piazza Martiri a Borgomanero, scolpita da Luigi Fornara – era stata posata sulla vetta l’8 agosto 1954, grazie all’iniziativa di don Pier Franco Pastore e al contributo di numerosi oratoriani.
Da allora, ogni anno, proprio l’8 agosto si rinnova la tradizione dell’ascesa commemorativa, diventata parte integrante dell’identità spirituale e culturale della Valsesia. Il Monte Tagliaferro, con la sua imponenza e la sua bellezza selvaggia, è da sempre simbolo di confine tra Alagna Valsesia e Alto Sermenza, nonché meta molto amata dagli escursionisti.
L’accaduto ha suscitato un’ondata di indignazione, non solo tra gli alpinisti, ma anche tra cittadini, istituzioni e realtà associative che vedono in quel gesto un attacco al patrimonio condiviso e ai valori di rispetto e memoria. Ora si attende che le autorità locali possano fare chiarezza sull’accaduto e, soprattutto, che si possa ripristinare al più presto un simbolo tanto caro alla comunità.
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