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Ad Arborio tiene banco la questione dell’allevamento intensivo di galline ovaiole progettato dall’azienda Bruzzese. Il progetto prevede la costruzione di un impianto da 40mila posti pollame, con una superficie complessiva di 23.800 metri quadrati, dei quali 20.450 oggi classificati come suolo agricolo e attualmente habitat per l’avifauna.

Secondo le stime e gli standard degli allevamenti intensivi, a ciascuna gallina sarebbe riservato uno spazio minimo, equivalente a un foglio A4. Oltre alle problematiche legate al benessere animale, sono numerose le criticità ambientali sollevate: inquinamento dell’aria, rischio per le falde acquifere, emissioni di ammoniaca, particolato fine (PM2.5 e PM10), e un consumo di suolo considerato irreversibile.

L’impianto, già autorizzato dalla Provincia di Vercelli, ha suscitato una reazione politica e sociale significativa. Alice Ravinale, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in Regione Piemonte, ha depositato un’interrogazione per chiedere alla Giunta se ritenga compatibile un progetto di tale impatto con la tutela ambientale, la qualità dell’aria, la salute pubblica e il contrasto al consumo di suolo.

Sul fronte nazionale, l’on. Marco Grimaldi (vicecapogruppo AVS alla Camera) ha sollevato il caso presso il Ministero competente, chiedendo chiarimenti non solo sull’impianto ma anche sulla gestione del presidio pacifico organizzato lo scorso 28 giugno nei pressi del cantiere.

Durante la manifestazione, secondo le testimonianze riportate dagli stessi partecipanti, le forze dell’ordine avrebbero sequestrato acqua, cibo e ombrelloni sin dalle prime ore del mattino, ritirato i documenti e trattenuto i manifestanti. Grimaldi ha definito la condotta “vessatoria” e ha chiesto un accertamento sulla legittimità degli interventi.

Il dibattito è destinato a proseguire nelle prossime settimane, sia sul piano politico che a livello locale, dove cresce l’attenzione dei cittadini nei confronti dell’impatto ambientale e sociale del progetto.

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