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Il caso dell’allevamento intensivo di galline ovaiole della Società Agricola Bruzzese ad Arborio è ufficialmente arrivato in Procura. Il comitato R.I.S.O. ha depositato un esposto, a pochi giorni dalla diffida redatta da due studi legali su mandato di diverse associazioni animaliste e antispeciste. Intanto, la petizione online contro l’insediamento ha superato le 55mila firme.
Tra i firmatari dell’esposto figura Raffaele Vota, cittadino di Arborio e tra i primi a sollevare dubbi sull’impianto. Le contestazioni riguardano numerosi aspetti: presunte irregolarità nella procedura amministrativa, dubbi sulla rimozione del vincolo urbanistico, impatti ambientali non valutati con sufficienza, vicinanza a corpi idrici e falde vulnerabili, rischi di inquinamento, emissioni climalteranti, rumore e benessere animale. Non manca il riferimento alla mancanza di informazione e partecipazione pubblica.
Il Comitato, assistito dall’avvocato Marco Faccioli, ha posto l’attenzione anche sulla modifica al piano regolatore approvata dal Consiglio Comunale, che ha eliminato la fascia di inedificabilità lungo il Cavo delle Mandrie. Cinque giorni dopo, la Bruzzese ha presentato ufficialmente l’istanza per la costruzione dell’impianto. “La tempistica è legittima – sottolinea il Comitato – ma sembra costruita per agevolare un interesse privato”.
Le associazioni animaliste, intanto, hanno inviato una diffida all’azienda e agli enti coinvolti, denunciando gravi carenze nei procedimenti autorizzativi e la scarsa trasparenza verso la cittadinanza. “Le oppressioni umane e animali – affermano – hanno radici comuni: la nostra lotta è per una società più giusta e rispettosa della vita”.
L’opposizione al progetto si è fatta sentire anche con una recente manifestazione non autorizzata davanti allo stabilimento in costruzione, che ha portato la Questura a diverse identificazioni e al rilascio di fogli di via da Arborio e Vercelli. La battaglia, assicurano gli attivisti, è tutt’altro che conclusa.
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