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Ha superato le 33.000 adesioni la petizione lanciata su Change.org dal Comitato R.i.s.o. (Rete indipendente solidarietà e opposizione) per chiedere l’immediato stop al progetto di un allevamento intensivo di 300.000 galline ovaiole ad Arborio. Il progetto, già in fase di avvio, ha sollevato un’ondata di preoccupazione tra cittadini, ambientalisti e associazioni, che temono gravi conseguenze ambientali, sanitarie, economiche ed etiche.

Le criticità denunciate: consumo di suolo, emissioni e stress idrico

Secondo quanto riportato nel testo della petizione, l’impianto comporterebbe:
- Il consumo irreversibile di 20.450 metri quadrati di suolo agricolo;
- Il prelievo annuo di 23.000 metri cubi d’acqua in un’area già colpita da carenza idrica;
- L’emissione di 19 tonnellate di ammoniaca all’anno in atmosfera, senza una chiara valutazione dell’impatto odorigeno sulle abitazioni vicine.

Un impatto "gravissimo" su territorio, salute e immagine del Riso Arborio

Il Comitato parla di “impatti gravissimi sulla vita della comunità”, elencando rischi concreti per:
- La salute dei residenti;
- Il valore degli immobili e dei terreni circostanti;
- La reputazione del Riso Arborio, prodotto di punta dell’agroalimentare italiano;
- La biodiversità e il benessere animale, con 300.000 galline previste in un sistema intensivo.

La richiesta: stop al progetto e confronto pubblico

Attraverso la petizione, i promotori chiedono alle autorità regionali e nazionali di intervenire con urgenza per bloccare l’iter autorizzativo del maxi allevamento e avviare un confronto pubblico con la cittadinanza, sinora non adeguatamente coinvolta.
Il caso sta suscitando una crescente attenzione anche fuori dal Vercellese, in un contesto nazionale in cui sempre più comunità si interrogano sui modelli di sviluppo agricolo sostenibili e rispettosi della salute e dell’ambiente.

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